Fine pena ora. Grande aspettativa, ma un po' una delusione.

29.12.2017 16:16

La storia è quella del giudice Fassone che nel 1985, nell'ambito di uno dei primi maxi processi di mafia, condanna all’ergastolo Salvatore, un giovane soldato della cupola. Il giudice, uomo dalla vita ordinaria, ligio al dovere e alla routine, con il suo modo di vivere scandito, preciso e regolare mostra un'immagine di un'esistenza quasi in prigione. Il giovane, disagiato e analfabeta, è nato in una famiglia di disgraziati nel profondo Sud. Libero dunque di peccare e infrangere ogni tipo di norma del vivere comune. Due stereotipi, perfettamente fedeli ad ogni tipo di comune pregiudizio che, attraverso l'incrocio delle loro storie, cambieranno pensieri e visioni, pur rimanendo sempre gli stessi.

La storia è sicuramente incredibile e merita di essere raccontata per la sua unicità: l’amicizia epistolare che nasce tra il giudice e l’ergastolano è vera e profonda. Nell’arco di 26 anni il giudice passa dall’essere prima il “carnefice” di Salvatore, poi il suo “insegnante” e il suo “avvocato”, quando si fa carico delle sue richieste di permessi e semilibertà, e infine praticamente diventa un amico.

Lo spettacolo si sviluppa come un botta e risposta tra le due parti, vicine per il rapporto creato, ma socialmente e fisicamente distanti. La scelta narrativa sin da subito ci ha un po’ stupito: i tempi attesi non vengono rispettati e il ritmo è sempre spezzato da lunghi attimi di buio, musica o cambi di scena a nostro avviso non necessari. Questi stacchi non creano aspettativa ma attribuiscono un senso di lentezza allo spettacolo, lasciando spazio agli spettatori di allontanare mente e cuore dal qui e ora.

Sicuramente l'argomento trattato è importante, ma non abbiamo condiviso al 100% alcune chiavi di lettura: va bene il messaggio di sensibilizzazione sulla funzione punitiva e non educativa del sistema penitenziario attuale ma onestamente abbiamo faticato a provare una totale empatia per le pene di Salvatore.

Con dispiacere: spettacolo rinviato a giudizio!