"La scuola delle scimmie"

Anche questa volta Fornasari &Co hanno colpito nel segno con un spettacolo davvero bellissimo in scena al Teatro Filodrammatidi di Milano fino a domenica 11 febbraio . Dopo NERDS, visto lo scorso anno all'Elfo e decisamente nella Top 20 degli spettacoli più belli di sempre, il confronto era arduo...
Sono due le storie raccontate, simili per contenuti, ma lontane nel tempo. Da una parte, John Scopes, professore supplente di biologia, che nel lontano Tennessee dei primi del Novecento, subì un processo per avere sposato e insegnato la teoria evoluzionista darwiniana - in aperto contrasto con la religione cattolica, così rigidamente interpretata un tempo.
Dall'altra parte il racconto di un professore, incastrato in un una storia tutta dei nostri tempi. Un quartiere difficile di periferia, una scuola in mano ad un'ambiziosa DIRIGENTE SCOLASTICA alle prese con un calo di iscritti, un numero sempre crescente di  studenti stranieri alte aspettative educative. In più il nostro professore porta con se una vicenda familiare molto particolare e forte. Suo fratello infatti, folgorato dal fanatismo islamico, ha abbandonato la famiglia per partire e farsi esplodere in nome degli ideali più estremi, sotto gli occhi e le mani inermi di suo fratello. 

La vita del professore da quel momento verrà stravolta e quello che ci regala la scena è un personaggio che sente l'urgenza di dover fare qualcosa perché non accada più a nessuno quello che è successo a suo fratello. La sua ricetta? La scienza come antidoto e anticorpo al fanatismo religioso, da applicare a lezione con i suoi studenti e nell'ambizioso progetto che sta cercando di ultimare. 
Nel racconto di queste due vite così speciali si intrecciano personaggi stupenti e border line, storie d'amore improbabili, spaccati famigliari e frammenti di storia in un flusso veloce e ritmato di scene e dialoghi serrati.
Il tema, sicuramente attuale, non risulta mai trattato con banalità, anzi si aggiunge anche un po' di sano cinismo a rendere la rappresentazione ancora più sopra le righe. Il testo non delude le aspettative, è avvincente, accattivante, ironico. Diverse  immagini e trovate sceniche confermano la cifra stilistica della compagnia di Fornasari, di grande originalità nel trattare anche con una certa irriverenza valori cari ai nostri giorni, lasciando un bel messaggio e molteplici spunti di riflessione agli spettatori.  Ottima la prova di tutti gli attori in scena, compresa la giovane bellissima attrice dalle "tettine autoportanti". 

E allora ci piace chiudere così, con una citazione del professore di un secolo fa, riportato in vita da Fornasari "Il destino non è una questione di fortuna, è questione di scelte: non qualcosa che va aspettato, ma qualcosa che deve essere raggiunto."

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